Beeyourconcert al Festival Ypsigrock di Castelbuono

Care apette,

tra lacrime celestiali e nubi interne, ci allontaniamo dalle spiagge estive e dai suoi sondaggi marini, per approcciarci nuovamente all'autunno, con i suoi turbamenti e relative discese di temperature. Dura tornare dalle vacanze eh? Lì in Sicilia si stava bene, specialmente tra le onde del mare. L'estate è finita e un pezzo di me se ne va con lei...

Ma torniamo con la mente e il cuore a quei giorni siciliani, e dato che ci piace la musica e il buon cibo, siamo approdati all'Ypsigrock di Castelbuono quest'anno, in provincia di Palermo: una piacevole sorpresa per Beeyourconcert.

In realtà l'Ypsigrock esiste da 21 edizioni, anche se per noi questa è stata la prima, sicuramente di una lunga serie, si dice meglio tardi che mai, no? :)

Organizzazione eccellente, borgo incantevole, locations suggestive ed accoglienti, musica d'alta qualità, brioche col gelato da Fiasconaro ottima, vento rinfrescante per essere metà agosto nella quasi Africa, e poi i siciliani sono adorabili. Insomma che dire una bella esperienza.

Siamo approdati al Festival domenica 13 agosto, in ritardo dalle Eolie, con mare mosso e traghetti annullati, per cui il mio live report sarà relativo agli artisti di quella serata.

Per fortuna, qualche sera fa ho conosciuto casualmente al Pigneto Flavio Gamboni, (batterista dei Moblon, trio veramente interessante tra l'altro) presente al Ypsigrock durante i 3 giorni, per cui ci darà del suo in questa recensione, grazie!!! :)

Ero emozionata di ascoltare dal vivo i Beach House, che aspettavo di vedere da anni, e devo dire che sono stati davvero emozionanti ed intensi. Non a caso sono stati inseriti come ultima band nella line up del Festival.

E dato che ci piace tanto sognare, lasciamoci catapultare nel limbo materno e spaziale, lì dove tutto ha un inizio e una fine, lì dove tutto è morbido e protetto, il vuoto e il pieno, il finito e l'infinito, come questo brano a mio avviso fantastico: Space Song dall'album Depression Cherry.

La cosa che mi è piaciuta molto del Festival Ypsigrock, (recensito tra i tanti anche dal Pitchfork), è l'inclinazione delicata e il gusto raffinato delle bands che vengono invitate, quel tocco perlopiù psycho-rock-sognante che si rispecchia nella line up di quest'anno. E' bello e coraggioso rispetto ad altri Festivals a mio avviso, perché sa rischiare ed esula dal circuito musicale momentaneo e prevedibile, che vuole in Italia per andare sul sicuro, proporre nomi di artisti in voga al momento.

Per esempio i Preoccupations, ex Viet Cong, hanno convinto per la loro proposta originale, fuori dagli schemi, cupa, ripetitiva e ossessiva a tratti ma nel complesso variegata ed eterogenea. Riescono a mentenere un "humus" emotivo che lega tutti i brani durante la loro esibizione e trasuda una rara profondità interiore del gruppo.

I Beak, nei quali milita anche un membro dei Portishead, hanno stupito per un'esibizione nettamente al di sopra di quasi tutte le altre del Festival. Forse è stato il miglior concerto dell'Ypsigrock. Muovendosi su un percorso apparentemente contraddittorio, mischiando in maniera oseremmo dire strafottente, la psichedelia oscura americana a un tenue post rock, a vaghi accenni math e a un sobrio supporto elettronico, ci illudono di suonare con uno stile sicuro, già tracciato da millenni. Invece si tratta di un sound del tutto personale, semplice, ricercato ed elegantemente verace.

I Klangstof forse sono stati la rivelazione dell'Ypsigrock. Nonostante siano giovanissimi e al primo disco, hanno avuto l'onore di suonare nel meraviglioso chiostro settecentesco di San Francesco di Castelbuono. Il suono ricco di riverberi che ne è uscito grazie alla particolare acustica del chiostro e ai pezzi stessi della band nordeuropea, ha creato un'atmosfera speciale.

Scrivono pezzi molto convincenti, intensi, viscerali. È evidente che sono in una fase in cui l'ispirazione è potente e dal vivo rendono molto bene ciò che fanno, anche per quanto riguarda la parte elettronica, ben curata ed eseguita: con pad elettronici del batterista e il synth.

Una menzione speciale va a Estel Luz, che avrei voluto ascoltare dal vivo, qui un suo brano e un video molto carini, for sure Good to me ;)

Stay tuned, a breve news sui nostri concerti!
 

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Lady Bee